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Concia al vegetale

dalla preistoria, fino ai giorni nostri

Origine & Tradizione

La concia al vegetale o con tannini vegetali ha origini nella preistoria e fino alla fine del XIX secolo quasi tutti i tipi di cuoio subivano questo trattamento, che in Toscana ha conosciuto il suo massimo splendore. Da secoli i maestri conciatori si tramandano la preziosa tradizione artigianale, adesso connubio di antiche ricette e di avanzata tecnologia. In Toscana a Santa Croce sull'Arno, sono presenti circa 567 imprese e questa zona infatti è famosa anche come "Distretto del cuoio".

Per la concia al vegetale è utilizzata prevalentemente la pelle dei bovini destinati all’industria alimentare. Nessun animale viene abbattuto direttamente per la concia delle sue pelli. Subito dopo l'abbattimento iniziano i processi di degradazione dei tessuti che ne fanno rapidamente decadere la qualità e il valore dal punto di vista conciario. Si rende quindi necessario "conservare" le pelli fresche, cioè bloccare il processo di degradazione per un tempo sufficiente al trasporto presso la conceria e all'inizio della lavorazione. Per questo motivo la pelle subisce dei trattamenti immediati di salatura o essiccamento.

Successivamente si passa alle operazioni di preparazione alla concia che costituiscono le cosiddette operazioni di riviera (rinverdimento, scarnatura, depilazione e calcinazione, spaccatura, decalcinazione, macerazione, sgrassaggio). Il nome richiama chiaramente il francese rivièrette poiché sono le fasi che richiedono la maggior quantità di acqua e quindi molte di tali operazioni venivano effettuate in riva ai fiumi.

A questo punto nella fase di concia vera è propria si sfruttano le caratteristiche naturali dei tannini. Il termine tannino è stato utilizzato per la prima volta nel 1796 per indicare una sostanza presente negli estratti vegetali capace di formare complessi insolubili con le proteine della pelle animale evitando che l’azione degli enzimi proteolitici potesse compromettere lo stato fisico della pelle. I tannini vegetali sono sostanze complesse, a carattere fenolico, contenute in tutti i vegetali. Danno al cuoio conciato un colore nelle tonalità del marrone, più o meno intenso ma con fiamma diversa a seconda della pianta di provenienza castagno, sommacco, mimosa, quercia, ecc).

La durata della concia varia a seconda del metodo adottato:
- Nella concia lenta in vasca le pelli vengono immerse in vasche contenenti soluzioni di tannini a concentrazioni progressivamente crescenti. Di solito viene usata la tecnica detta "in controcorrente" perché le pelli vengono spostate da una vasca meno concentrata a una vasca più concentrata mentre il bagno segue il percorso inverso. La concia in vasca dura circa 30 giorni e serve a produrre cuoio da suola, molto pieno e poco flessibile.
- Nella concia rapida in botte si usa il bottale e a causa del movimento di rotazione si ottiene un cuoio più flessibile adatto per suola di scarpe da donna o per pelletteria. La concia in botte dura comunque 36-48 ore.

In seguito il cuoio subisce delle operazioni di pressatura, ingrassaggio con oli vegetali, asciugaggio e palissonatura. I benefici di un paio di scarpe conciate al vegetale sono svariati: Nessuna sostanza chimica viene trasmessa al corpo dando reazioni tossiche o allergiche come micosi, dermatite da contatto da cromo o un’allergia al bicromato di potassio. Il sudore viene assorbito in pochi secondi dando una sensazione di asciutto e sollievo al piede evitando sgradevoli odori e il conseguente proliferare di batteri Una produzione sostenibile per l’ambiente perché tutti i materiali trattati sono di origine naturale e non vi è sversamento di sostanze tossiche nell'ambiente o di liquami inquinanti nei fiumi.

Tecniche di Lavorazione